I CERIMONIERI |
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A partire dall’anno 2008, convinti che la cremazione non è da considerare semplicemente per il solo aspetto tecnico riguardante l’utilizzo del relativo impianto, la Socrem ha selezionato delle persone le quali, grazie al contributo finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio, della Provincia e del Comune di Bolzano, hanno frequentato un apposito corso teorico e pratico presso un istituto specializzato: la Fondazione Ariodante Fabretti di Torino. Questa Fondazione, istituita dall’Università, dalla Socrem di Torino e dalla Regione Piemonte ha lo scopo di approfondire gli aspetti culturali, scientifici, psicologici, tecnici e legali della morte e di tutti i settori collegati. Il corso è stato frequentato dai nostri concittadini Renata Bianchi e Sonja Tomaselli e il relativo diploma a loro rilasciato attesta la loro specifica preparazione. Purtroppo Sonja ci ha lasciati nel settembre 2011 dopo una grave malattia, per cui è rimasta Renata che ora svolge il compito di cerimoniera. Il suo intervento si è già dimostrato particolarmente utile in due distinte occasioni:
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La consegna dell’urna con le ceneri |
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La consegna dell’urna rappresenta un momento delicato e spesso difficile per i familiari, sia perché essa viene consegnata nelle loro mani, sia perché i parenti, concentrati nel loro dolore personale, non sono in grado di organizzare da soli un momento di raccoglimento e commiato comune. |
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Il cerimoniere, che la Socrem mette a disposizione gratuitamente a richiesta dell'associato, riempie questo vuoto organizzando in accordo con tutti i congiunti un breve cerimoniale laico, volto a commemorare la persona quale era in vita. In tal modo l’ultimo saluto risulta dignitoso consolatorio e nel contempo evita ai congiunti il rammarico di non aver potuto esprimere i loro sentimenti di affetto in quest’ultima occasione di incontro con il loro caro. L’intervento del cerimoniere laico può essere richiesto dal socio quando è ancora in vita o dai parenti alla Socrem di Bolzano, via Trieste 74, tel. 0471/915816. |
La cerimoniera della SOCREM di Bolzano: Renata Bianchi |
I compiti del cerimoniere laico Il cerimoniere laico è colui che insieme ai parenti progetta e realizza il commiato mediante un rituale personalizzato, unicamente rivolto a celebrare la figura del defunto e la sua vita terrena. Secondo l’opuscolo edito dalla "Fondazione Ariodante Fabretti", tale rito è particolarmente indispensabile per quanto riguarda la cremazione, che comporta un affidamento delle spoglie dei propri cari agli operatori di un crematorio: è in tale struttura infatti che si consuma l’arduo momento della separazione del corpo fisico dai propri cari. Allo stesso modo, altrettanto indispensabile è che la riconsegna delle ceneri ai parenti, altro momento psicologicamente doloroso, sia sostenuto da un rito. Il cerimoniere laico è dunque, innanzitutto, il primo a raccogliere i racconti dei familiari sulla personalità del defunto, sulle sue preferenze culturali o artistiche, sulla sua biografia, sui suoi hobby E’ fondamentale che il cerimoniere laico abbia capacità di ascolto, sappia porsi in una relazione di aiuto di fronte ai parenti, comprendendo le loro esigenze e consigliandoli, senza mai sovrapporsi o sostituirsi a loro. Il cerimoniere laico è colui che sa profondamente interpretare le esigenze di ogni commiato e tradurle in un rito che così potrà essere consolatorio e costruire il senso di un profondo addio che è stato dato. Una volta che avrà compreso i bisogni espressivi dei dolenti, il cerimoniere laico, potrà progettare il commiato: incontrerà famiglie che desiderano dargli delle istruzioni precise, che gli parleranno di musiche, di letture, di discorsi di elogio o di commemorazione già stabiliti dal defunto. Ne incontrerà altre che chiedono di essere aiutate o guidate, e dovrà allora trovare con loro un brano poetico o letterario che rappresenti, ad esempio, i significati della vita per il defunto, o della sua morte per chi rimane.
Che caratteristiche deve dunque avere il cerimoniere? Per sintetizzare deve avere due differenti capacità. In primo luogo deve saper ascoltare e comprendere le esigenze della famiglia, e in secondo luogo possedere le tecniche per gestire la cerimonia, di cui egli è regista e attore al contempo, seppur non l’unico attore. Con altrettanto centralità lo sono infatti il feretro, in funzione del quale si svolge la cerimonia, e i parenti, coinvolti nei gesti e nelle parole che vengono contrapposte alla morte. Egli è comunque colui che mette le musiche e ne varia i volumi, che invita i familiari ad alzarsi o sedersi, a stare in silenzio o a parlare, a compiere alcuni gesti simbolici; è lui che legge, è lui che cede e riprende la parola durante la cerimonia funebre, fino allo scioglimento finale. E’ dunque evidente che il ruolo del cerimoniere non può essere improvvisato e necessita di una minuziosa formazione teorica e pratica. Formazione che i cerimonieri laici della Socrem Altoatesina hanno acquisito nel corso frequentato a Torino. |